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EDITORIALE

Pubblicato il 01 Feb 2016

EDITORIALE

Da instancabili ricercatori della verità, di fronte al dispotismo del relativismo dei tempi in cui viviamo, non sappiamo più in cosa crediamo, o ci chiediamo se credere abbia ancora davvero un senso. A fomentare ancor più questa incertezza, sorge l´affermazione del teologo Ratzinger: “il credente come l’incredulo condividono dubbio e fede. Nessuno può sfuggire completamente al dubbio, ma nemmeno alla fede!” Fede e amore poi, aggiungeremmo, si conquistano pienamente solo attraverso una lotta con le proprie incertezze. E di incertezze sono colme la nostra anima e la nostra vita sotto molteplici aspetti; politico, sociale, economico e religioso, tra i principali.

Restringendo per motivi di spazio l´analisi all´aspetto religioso, ci sentiamo ogni giorno di più sorpresi dalle attività funzionali di Papa Francesco. Dal modo disinvolto e imprevedibile con cui interagisce col pubblico e non solo e dai suoi commenti estemporanei, si può convenire che ci troviamo di fronte a un Papa seppur carismatico, poco “ortodosso” e liberale (tenendo come parametro naturalmente gli standard papali), sensibile alle tematiche più impensabili, quali, tanto per citarne qualcuna, quelle relative alla morale sessuale, all’ammissione o meno dei divorziati cattolici risposati alla comunione, alla volontà di riconoscere gli aspetti positivi delle relazioni tra gay e via dicendo, tematiche queste, tabù per i vescovi conservatori , che tanto hanno osteggiato e osteggiano detti principi.

I papi precedenti sono sempre apparsi come simboli eccelsi e distanti e ciò è servito ad evitare soprattutto il pericolo dell´insorgere di uno scisma all’interno di una Chiesa che ha le proprie radici in razze e culture diverse. Papa Francesco, invece, controcorrente, sorprende per semplicità, anticonformismo e fascino.

Ancora, al contrario di Giovanni Paolo II che non ha mai nascosto il proprio target; consolidare gli insegnamenti della Chiesa, Papa Francesco interpreta una Chiesa più solidale, più compassionevole e meno attaccata alle regole, ma non ci fa capire dove in effetti voglia arrivare. A volte si comporta come un comune politico; litiga con gli antagonisti, si fa amare dal pubblico, forgia frasi ad effetto e convoca la stampa per rilasciare sorprendenti dichiarazioni, poi magari smentite, facendo persino intendere che a volte non sia d´accordo con gli stessi insegnamenti dottrinari. Non ci si è abituati a tanto e tutto ciò, ancorpiù dopo le confusioni del recente sinodo, mette a dura prova la fede dei credenti conservatori.

“Anche Gesù fu un profugo, dovere accogliere i migranti” e ancora “Migranti e profughi sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento, della tratta delle persone e del lavoro schiavo” predica ripetutamente Bergoglio. Giusto dal punto di vista cristiano ma non oltre! Qui il dubbio si contrappone alla fede: Alle porte della nostra Penisola, o meglio, della nostra civiltà, sta straripando l’invasione religiosa-islamica.Che fare?

Giovanni X, 122º papa della Chiesa cattolica, si è fatto dare un esercito al cui comando si è posto per respingere gli invasori, altrimenti… oggi saremmo tutti musulmani. Tutti gli altri Papi hanno assicurato gli argini che dividono il cristianesimo dall´islamismo, ma se adesso noi trattiamo gli islamici con troppa carità cristiana, loro si insedieranno nelle nostre comunità, fonderanno democraticamente  i loro partiti e arrivando al potere… ci daranno filo da torcere. Già adesso, l’ignoranza rende pretenziosi i nostri ospiti. Non esitano a pretendere la levata del nostro simbolo di fede dalle scuole, perché offende la vista dei loro figli, dalle mense scolastiche la carne di maiale, dalle tavole il vino ecc. Crediamo non siano solo pretesti, ma prove generali di ciò che potrà avvenire dopo, mentre constatiamo che gradiscono il vino e l’alcool tanto da ubriacarsi e spadroneggiare nelle nostre città, il cui ordine è regolato da legislazione carente e, oramai, obsoleta. Basterebbe una giornata a modificare lo stato delle cose, come ha fatto la Svezia e si accingono a fare altri paesi; il nostro emette solo provvedimenti di comodo. Tema, questo, politico che dovrà essere affrontato e discusso in più ampia sede.

“Noi con la vostra democrazia vi invaderemo, e con le vostre leggi democratiche vi domineremo” è lo slogan ricorrente tra i teorici islamici più radicali. “Qui è la stoltezza dello stato liberale, che dà la libertà a tutti, anche a coloro che se ne servono per abbatterlo”. A dirlo era un certo Benito Mussolini quando scriveva sullo stato liberale. Un concetto che si adatta a pennello alla nostra realtà!

Nel 2006, all’università tedesca di Regensburg, Benedetto XVI tenne una lezione il cui tema era sul diritto delle singole coscienze di aderire o non aderire liberamente a una fede. In quell´occasione, il Papa rilevò che Maometto, dopo avere in gioventù ammesso il libero arbitrio, una volta raggiunto il potere, impugnò la spada per convertire il prossimo. Apriti cielo! Papa Ratziger fu crocifisso come islamofobo.

Ordunque, sarà vero che in questo stato di cose non sappiamo più in cosa credere? No, non è proprio così. Ci perdoni Papa Francesco se sul dovere di accogliere i migranti a ruota libera discordiamo alquanto, dentro di noi esiste un innato programma di autodifesa e sopravvivenza, le cui radici affondano nella civiltà greco-romana. Siamo contro l´individualismo e il liberalismo, cause di tutti gli egoismi. Siamo altresì contro  l´invasione e la distruzione della nostra civiltà. Vogliamo rimanere quelli che sempre siamo stati, meglio ancora se governati da gente orgogliosa, capace e onesta. E poi… non a caso il Vaticano apre il cuore e non le porte agli islamici!

G & G Arnò

www.rivista.lagazzettaonline.info

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