Nella capitale della Moldova è scoppiata la più grande protesta della storia recente del Paese, a causa dello scandalo di corruzione che coinvolge il governo e denominato il “furto del secolo” ma fra i manifestanti ci potrebbero essere anche simpatizzanti filo-russi
Domenica 6 settembre migliaia di manifestanti sono scesi nella piazza principale di Chișinău per protestare contro lo scandalo della corruzione che ha coinvolto il governo del Presidente Nicolae Timofti. Una folla immensa che secondo The Guardian sarebbe arrivata a raggiungere 100mila persone ha manifestato chiedendo le dimissioni del Presidente del Paese e non solo.
I manifestanti chiedono di poter andare alle urne al più presto, quindi le elezioni anticipate e condannano i responsabili della scomparsa dalle casse dello Stato di un miliardo circa di euro che in sostanza rappresenta 1/8 del bilancio dello Stato moldavo, ovvero il 15% del Pil nazionale.
Ma le richieste dei manifestanti si allargano anche su altre questioni come la libertà di stampa, il licenziamento dei capi di numerose agenzie governative, una necessaria riforma della giustizia, la cancellazione dei recenti aumenti dei costi dell’energia elettrica e del gas.
I cittadini della Moldova non sono nuovi a simili proteste, già nello scorso mese di maggio migliaia di persone avevano protestato contro ciò che è stato definito il “furto del secolo” ovvero la scomparsa dei 900 milioni di euro da tre banche del Paese attraverso prestiti considerati sospetti.
L’FMI e la Banca Mondiale, preso atto di quanto successo, hanno smesso di finanziare a livello monetario la Moldavia. Alla protesta si sono uniti altri gruppi come i sostenitori del partito di estrema sinistra Red Bloc che hanno marciato dentro Chisinau e si sono fermati proprio l’abitazione dell’oligarca Vladimir Plahotniuc, per poi giungere fino alla sede del procuratore generale del Paese, tentando, tra le altre cose, di sfondare un cordone della polizia e scatenando diversi scontri.
Molti manifestanti hanno piazzato delle tende nel luogo della protesta, dichiarando che non se ne andranno fino a quando l’attuale governo non sarà sciolto. L’evento rappresenta la più grande protesta del Paese da quando la Moldavia ha ottenuto l’indipendenza nel 1991.
Al momento la protesta va avanti ed è al terzo giorno di manifestazione, in piazza sono installate circa 150 tende ed i manifestanti sono a migliaia. Intanto, il presidente Timofti non si dimette per lo scandalo del miliardo di dollari sparito da tre banche.
Il capo del “Partito Socialista” Igor Dodon e Renato Usatii, leader del “Partito della Patria” hanno invitato i moldavi ad unirsi alla protesta “indipendentemente dalla nazionalità o preferenza politica”.