Dmitry Medvedev, che è stato presidente della Russia dal 2008 al 2012, ha lasciato intendere che la Moldova potrebbe essere il prossimo obiettivo dopo l’Ucraina
La affermazioni del presidente del Parlamento Igor Grosu sull’intenzione di dichiarare la carestia del 1946-1947 come “genocidio” non è altro che “una presa in giro della storia e del pensiero lucido”.
Così Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, in un post sui social network, in cui attacca duramente Igor Grosu e minaccia la Repubblica di Moldova con la guerra.
Secondo il funzionario russo, l’economia dell’Unione Sovietica, dopo la guerra, non era delle migliori.
“Anche se, secondo la logica di persone ingenue come Grosu, l’intero paese era in festa e solo la piccola e sfortunata Moldova stava morendo di fame”.
Medvedev ha ricordato che accadde qualcosa di “simile” anche in Ucraina, quando “non trascorseno nemmeno 10 anni dal riconoscimento della carestia organizzata alla creazione del primo battaglione di nazisti”.
“Non c’è bisogno di giocare con la storia, in modo che, alla fine, non ci si svegli in una nuova guerra. O la Moldova vuole davvero ripetere il destino dell’Ucraina?”, così Medvedev.
In precedenza, il presidente Igor Grosu aveva annunciato che il Parlamento stava preparando una dichiarazione che bollava la carestia causata nel 1946-1947 dal regime stalinista del secondo dopoguerra come genocidio.