Più della metà delle donne moldave ritiene che la violenza domestica sia una questione privata
Più della metà delle donne moldave pensa che la violenza domestica sia una questione privata da affrontare in famiglia e che si debba obbedienza ai mariti anche in caso di disaccordo. Questi sono i risultati di un’indagine condotta dall’OSCE in Moldova.

Viorica Dumbrăveanu, Sottosegretario di Stato presso il Ministero della salute, del lavoro e della protezione sociale, ha affermato che gli aspetti emersi dall’indagine aiuteranno a consolidare gli sforzi del governo al fine di porre un freno al fenomeno della violenza domestica. “Lo studio rivela un aumento dei casi di violenza domestica e questo non è solo un problema della vittima ma anche dell’intera società”.
Claus Neukirch, capo della Missione OSCE in Moldova, ha così commendato i risultati dell’indagine che fa parte di una ricerca più ampia, condotta in sette paesi dell’Europa sud-orientale. “Questa indagine offre un’opportunità unica e realistica per analizzare il fenomeno della violenza domestica contro le donne”, soprattutto potrebbe tornare utile per chiarire i motivi per cui le donne sono riluttanti a chiedere aiuto.
I dati raccolti mostrano che il 71% delle donne che ha subito violenza per mano dei partner sono state vittime di violenza psicologica, il 33% di violenza fisica e il 9% di abusi 12 mesi prima dello studio stesso. Inoltre, una donna su sei ha subito violenze fisiche e / o sessuali per mano di un non partner.
Lo studio mostra anche che il 55% delle donne intervistate ritiene che la violenza domestica sia una questione privata da affrontare famiglia. Il 50% invece è dell’idea che una buona moglie dovrebbe sempre obbedire al marito, anche se non è d’accordo con lui.
Lo studio condotto dall’OSCE si basa su un campione rappresentativo di donne di età compresa tra 18 e 74 anni che vivono in Moldova per un totale di 1802 interviste condotte tra l’aprile e l’agosto del 2018.