Export 2016: nei Paesi della Nuova Europa, la domanda del Made in Italy cresce in modo eterogeneo
L’export italiano verso i Paesi della Nuova Europa sembra muoversi in modo molto eterogeneo, crescendo a velocità variabili. A testimoniarlo, i dati Istat 2016 elaborati da Sace, Gruppo Cassa depositi e prestiti

Export 2016: la domanda del Made in Italy nei Paesi della Nuova Europa cresce in modo eterogeneo
La domanda del Made in Italy nei Paesi della Nuova Europa sembra crescere a diverse velocità. Se l’export italiano da un lato, fa registrare ottimi risultati in Paesi quali la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Ucrania, dall’altro riceve una battuta d’arresto in Polonia o nei Paesi del Partenariato orientale quali, ad esempio, la Bielorussia, Arzebaigian e Armenia. E’ stato un anno di alti e bassi, il 2016, per l’export italiano verso i Paesi emergenti dell’Unione Europea. Una situazione abbastanza eterogenea testimoniata dai dati Istat elaborati da Sace, Gruppo Cassa depositi e prestiti e riferiti ai primi dieci mesi del 2016.
Grande successo per il Made in Italy, in Germania – in cui le vendite da 42,7 sono salite a 43,9 miliardi, segnando un +3% – e in Austria (+2%), con un passaggio dai 7,1 a 7,3 miliardi di vendite in un anno. Molto positive le percentuali di vendita verso la Repubblica Ceca (+6%), passate dai 4,2 miliardi del 2015 ai 4,4 del 2016, e quelle verso la Slovacchia (+6%), salite da 2,1 a 2,2 miliardi. Dati negativi invece, quelli relativi alla Polonia che fa registrare un -7%, con un passaggio da 5,8 miliardi dei primi dieci mesi del 2015 ai 5,4 miliardi dello stesso periodo del 2016. Poco successo per l’export italiano, anche nei Paesi del Partenariato orientale (Armenia, Azerbaigian, Georgia, Moldova, Ucraina e Bielorussia) nonostante qualche piccola eccezione. Bilancio molto negativo in Bielorussia, Azerbaigian e Armenia, dove si registrano rispettivamente crolli della domanda di prodotti italiani, pari a -24%, -63% e -15%. Dati incoraggianti, invece, per le vendite verso l’Ucraina (+22%), passate da 736,1 milioni a oltre 896,4, la Georgia (+37%) e la Moldova che ha aumentato la sua richiesta di Made in Italy, passando dai 165 milioni ai 170 milioni (+3%).