La Moldova non corre più alcun pericolo militare imminente da parte della Federazione Russa, ma il Cremlino continuerà a trovare strumenti per ricattare il Paese economicamente ed energeticamente
È il parere dell’ex ministro della Difesa, Vitalie Marinuţa, che raccomanda alle autorità di concentrarsi sulla risoluzione dei conflitti interni in grado di destabilizzare il Paese, e di assumere posizioni dure nel dialogo con l’amministrazione Tiraspol .
L’ex ministro è dell’idea che in inverno la Russia non avanzerà nel sud-est dell’Ucraina, nella regione di Odessa e a Nikolaev, ma potrebbe invece tentare dalla Bielorussia.
“L’imminente pericolo militare non è più dietro l’angolo. La Federazione Russa proverà a ricattarci energeticamente ed economicamente. La guerra entrerà in una fase leggermente più lenta nei distretti sud-orientali dell’Ucraina, ma occorrerà monitorare molto bene gli avvenimenti sul versante Bielorussia. L’inverno sta arrivando, le paludi sono gelide e quel territorio può benissimo essere utilizzato per azioni militari. Potrebbe arrivare un’ondata di profughi, mossi dalle condizioni climatiche”.
Per Vitalie Marinuţa decine di migliaia di cittadini moldavi con doppia cittadinanza, residenti nel lato sinistro del Dniester, potrebbero lasciare la regione, a causa del decreto di mobilitazione militare dei russi.
E l’ex vice primo ministro per il reinserimento, Gheorghe Bălan, afferma che il decreto di mobilitazione, firmato dal presidente russo Vladimir Putin, potrebbe creare tensioni in Transnistria.
Valeriu Cerba suggerisce alle autorità di essere caute nei confronti dei tentativi di destabilizzazione da parte della Federazione Russa.
Intanto gli esperti concordano sul fatto che Chisinau debba essere più dura nei negoziati con Tiraspol, imporre condizioni e persino ultimatum, perché ora, dopo molti anni di trattative, vi sono nuove opportunità per risolvere il conflitto transnistriano.