Elezioni anticipate in Moldova: Filip scioglie il Parlamento
Si tratta dell’ultimo episodio in ordine di tempo della crisi politica in cui versa la Moldova
La situazione politica in Moldova è vicina al collasso. La Corte Costituzionale ha infatti invalidato il governo con a capo Maia Sandu e intanto Alexandru Pînzari, capo dell’Ispettorato generale della polizia, ha dichiarato di non volersi sottomettere a quello che è stato definito a tutti gli effetti un governo incostituzionale.

Pavel Filip scioglie il Parlamento
Il Presidente ad interim Pavel Filip ha quindi firmato un decreto per la convocazione di nuove elezioni parlamentari anticipate il 6 settembre perché quelle svoltesi a febbraio hanno dato vita a un esecutivo che si è formato fuori tempo massimo. Questo è quanto stabilito dalla Corte Costituzionale che, nella stessa pronuncia, ha anche sospeso temporaneamente dalle sue funzioni il presidente Igor Dodon e designato come suo sostituto l’ex premier Pavel Filip.
Intanto il leader del PDPA Andrei Nastase ha affermato che il Parlamento non riconosce più la Corte costituzionale e che le sue decisioni sono illegali perché sotto il comando di Vlad Plahotniuc. Il Parlamento della Repubblica di Moldova si è pertanto riunito sabato alle 13:00, ignorando di fatto la decisione della Corte Costituzionale. Vladimir Plahotniuc, leader del Partito democratico della Repubblica di Moldova, ha però affermato che le decisioni prese sabato in Parlamento sono una violazione della Costituzione e ha accusato il blocco URSS e PSRM di tentata usurpazione del potere statale.
Sempre sabato l’ex primo ministro moldavo e leader del Partito socialista, Zinaida Greceanii, è stata eletta presidente del parlamento e ha dato il voto di fiducia al governo di Maia Sandu, che ha prestato giuramento. Tuttavia, la Corte costituzionale ha deciso di invalidare l’elezione Zinaida Greceanii come Presidente del Parlamento e di dichiarare incostituzionali tutte le decisioni prese dal Parlamento sabato.