Cosa circola dietro Expo 2015? Le whitelist ecco come funzionano
E’ sufficiente che un’azienda possa essere inserita nella “white list” prefettizia per potersi considerare idonea alla partecipazione ai grandi bandi pubblici, quali l’ Expo? Forse no
Stiamo parlando delle “liste pulite”, composte da tante aziende che sono impegnate nel settore dell’edilizia e delle costruzioni, proposte con una legge del 2012, in vista degli importanti appalti che sono terminati nei lavori per la realizzazioni dei padiglioni e delle infrastrutture dell’esposizione universale, che sono in programma a Milano dal primo maggio al 31 ottobre 2015.
Non sempre aziende che sono presenti in questi elenchi sembrano avere esistenze specchiate.
Lo scorso mese di novembre una sentenza del Tar della Lombardia ha posto la parola fine a un lunghissimo dibattito tra il Comune di Milano e un’azienda di Cormano, hinterland milanese, il cui nome è presente alla Prefettura del capoluogo lombardo, sia sulla white list semplice che in quella specifica che è destinata ad uso di Expo.
Come si legge nella sentenza del Tar, tre dei quattro legali che rappresentavano la Manfreda Scavi Snc erano stati condannati dal Tribunale di Monza per “attività non autorizzata di gestione di rifiuti non pericolosi” (pena sospesa per indulto), circostanza che a palazzo Marino è bastata per togliere alla stessa azienda (perché poi ritiratasi dal contenzioso) un lavoro che è stato assegnato in subappalto per la realizzazione di un edificio a servizio del Palazzo di Giustizia di Milano.
Ma aziende con precedenti di questo tipo possono anche stare nelle white list della Prefettura?
Secondo le normative vigenti sì.
Come si legge sui siti delle prefetture italiane, l’iscrizione alle white list è possibile se accertate “l’insussistenza delle condizioni ostative degli articoli 67 e 84 del decreto legislativo 159 del 2011”.
Pertanto non si è dei mafiosi, dei criminali altamente riconosciuti, dei trafficanti d’armi, oppure non si faccia parte di un qualche partito sovversivo; non si sia abituati al saluto romano e all’apologia del fascismo. Ma nulla, per esempio, per quanto riguarda i reati di tipo ambientale.