Brexit, brivido Ue. Juncker è chiaro: “chi è fuori è fuori”
La Gran Bretagna decide l’uscita dall’Europa con il referendum promesso da Cameron prima dell’elezione
Occhi puntati sulla Gran Bretagna che, mercoledì 23 giugno si prepara a scegliere con un referendum, se restare o meno in Europa. La minaccia della Brexit è concreta e mentre le borse e i commentatori si preparano a reagire alle decisioni dei britannici, anche la politica batte gli ultimi colpi prima del voto.
Il referendum, indetto da David Cameron all’indomani della sua elezione, nel rispetto della promessa fatta ai suoi elettori, ha fatto apertamente campagna per il “no”: il premier britannico non vuole l’uscita del paese dall’Europa (minacciata di fronte all’Ue esclusivamente per avere più potere negoziale), ma ora potrebbe ritrovarsi con un risultato inaspettato, al termine di una campagna elettorale durissima che lo ha visto scontrarsi duramente con le altre parti politiche (Farage in testa), e culminata con il cruento omicidio della deputata Jo Cox.
E le tensioni non si registrano, ovviamente, solo in politica interna. Le istituzioni europee, come era prevedibile, hanno fatto e stanno facendo la voce grossa di fronte alla possibilità che la Gran Bretagna scelga di uscire dalla Ue. In particolare, è Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, a precisare che, se vinceranno i “sì” non ci saranno possibilità di rinegoziare: “I politici e gli elettori britannici devono sapere che non ci sarà alcuna rinegoziazione. Abbiamo concluso un accordo con il primo ministro: ha avuto il massimo che poteva ricevere e noi abbiamo dato il massimo che potevamo dare. Non ci sarà alcun tipo di rinegoziazione, né sull’accordo trovato in febbraio né per quanto riguarda la negoziazione di altri trattati. Chi è fuori è fuori”.